Al Comune di Roma spunta una e – mail dall’oggetto discriminatorio e razzista. La mail di martedì 27 novembre ha come oggetto “alunni di etnia rom senza Isee: questione quota contributiva refezione scolastica”. Il testo dalle mail continua con il tono razzista dicendo che si allega un elemento di bambini di etnia rom che sono stato iscritti al servizio mensa con la quota contributiva massima poiché non è stato presentato l’Isee agli uffici competenti e non è stata chiesta l’esenzione.
Questo elenco è stato stilato dell’Ufficio quote contributive del XII Municipio per verificare che qualche alunno avesse o meno diritto a una riduzione dell’assegno per il servizio mensa. Infatti, come previsto degli ultimi regolamenti, per stabilire la quota del servizio mensa si deve presentare l’ISee che include tutti i beni della famiglia, determinando il patrimonio. Per quelle famiglie che non riescono a presentare questo documento, magari perché dall’estero non arrivano i documenti necessari, scatta subito la fascia più alta.
La responsabile dell’area minori del Campidoglio e le assistenti sociali gridano allo scandalo: la definizione è stigmatizzante. Il messaggio e-mail dell’ufficio quote contributive, è stata inoltrata al Segretariato sociale. Per caso poi arriva alle assistenti sociali; da qui la responsabile dell’Area minori segnala la definizione in oggetto come “impropria e stigmatizzante”.
La replica del Comune si fa attendere e arriva subito. La nota ufficiale del Campidoglio precisa che il messaggio non era destinato all’esterno, ma questo elenco è di solo uso interno al comune. Si legge, infatti, che la procedura è interna, cioè è una comunicazione tra l’ufficio scuola e il servizi sociali del Municipio. Questa procedura si rende doverosa per poter conoscere quali alunni sono a carico dei servizi sociali e possono quindi richiedere l’esenzione dal pagamento della quota relativa al servizio della mensa. L’elenco è stato fatto in base alla residenza dei bambini, cioè il campo La Monachina. Anche questo campo è stato nel mirino del Comune di Roma che ne ha previsto la chiusura. Il municipio, conclude nella nota, provvederà ad accertare eventuali violazioni per la divulgazione di dati di minorenni.
Con questa nota, il Comune di mostra di non avere capito proprio nulla. La responsabile dell’ufficio fa riferimento alla definizione del gruppo di persone come di etnia rom. I responsabili che hanno redatto la nota non hanno proprio capito che parte del problema che ha sollevato questo gran polverone fa riferimento al fatto che è stata usata la parola “etnia”. Nel 2018 non è possibile che delle istituzioni che lavoro per i cittadini abbiano ancora nel loro vocabolario parole come etnia o razza. Che si tratti di italiani o rom, la razza è una sola: quella umana.
In secondo luogo, è altresì sbagliato realizzare degli elenchi in base all’appartenenza di classe sociale, perché è discriminatorio nei confronti delle persone. Ovvio che la mail non aveva un linguaggio curato per la comunicazione ma era una procedura interna per capire cosa fare con il servizio mensa, ma un linguaggio corretto e che considera tutti allo stesso livello è doveroso a prescindere.