Il Cara di Castelnuovo di Porto verrà chiuso definitivamente entro 48 ore. Il secondo centro di accoglienza più grande d’Italia, secondo solo a quello di Mineo, ha visto arrivare l’esercito per lo sgombero definitivo. Sono i risultati del decreto sicurezza di Salvini che butta sulla strada tutti i migranti, compresi quelli con la protezione umanitaria, cancellata proprio dal decreto.
I migranti ospitati nel centro saranno distribuiti in altri centri di accoglienza d’Italia, anche se ancora no si sa in quali di preciso. Invece, sono per strada circa 150 migranti che prima erano tutelati dalla protezione umanitaria. Dato che questi soggetti non posso più passare in uno Sprar, cancellati pure questi dal decreto, allora perdono anche il diritto di stare in un centro di prima accoglienza. Alcuni migranti sono saliti sul un bus per esser traferiti, mentre altri si sono diretti con le loro poche cose in un sacco verso la fermata dell’autobus per andare verso Roma.
Lo smantellamento della struttura è previsto entro il 31 gennaio però l’operazione non è esente da polemiche e critiche. Il sindaco di Castelnuovo Riccardo Travaglini protesta per l’improvviso arresto dei progetti della struttura, ottimo esempio di integrazione e di esperienze positive. La maggior parte dei migranti ora è costretto a interrompere i percorsi di studio e di lavoroche sono già stati avviati. È già stata emessa un’ordinanza di preterizione civile per dare ai migranti un po’ di tutela. Intanto, il sindaco dà un segno molto concreto e si offre di ospita una giovane donna che non sa dove andare
Il sindaco parla con la 24 enne che ha due figli lasciati a Mogadiscio, in Somalia. È l’emblema dell’accoglienza che funziona: studia e fare la mediatrice culturale, ma adesso non sa più quale sarà il suo destino. È stata mandata via del centro Cara e non ha più diritto alla protezione. Il sindaco allora la invita casa sua dove ha già una moglie e tre bambini. Non è accettabile che da un giorno all’altro senza comunicazioniil centro finisca la sua opera, che stava dando anche ottimi frutti, dice il sindaco.
Il parroco ha organizzato una marcia silenziosa di protesta per esprime tutta la solidarietà della comunità ai migranti che sono mandati via dal Cara. Padre José Manuel Torres esprime soprattutto preoccupazione per i più piccoli che sono stati strappati all’improvviso del percorso scolasticodove si erano anche creati dei legami di amicizia. Per più di 200 persone non c’è un destino chiaro, compresi bambini e giovanissimi. Il centro è stato sgomberato in un modo un po’misterioso: nemmeno l’autista del pullman sapeva dove doveva andare, forse in Basilicata.