Due cronisti dell’Espresso sono stati aggrediti da due militanti di Forza Nuova durante la commemorazione al Verano dei morti di Acca Larentia. Dalle prime ricostruzioni emergono i primi responsabili di questi fatti: Vincenzo Nardulli e Giuliano Castellino. Quest’ultimo è già noto alle forze dell’ordine e sottoposto da giugno a sorveglianza speciale per colpa di vari reati commessi.
I giornalisti feriti nelle violenze al Verano sono Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti del L’espresso. La procura di Roma indaga sull’accaduto che mette d’accordo tutte le forze politiche e non che addita il fatto come increscioso e vergognoso. Questo è solo l’ultimo degli attacchi alla libertà di informazione che fa eco all’aggressione subita dai giornalisti del programma tv di Rai 2 Nemo a Ostia pochi mesi fa.
Gli aggressori sono Giuliano Castellino di Forza Nuova e Vincenzo Nardulli di Avanguardia Nazionale, le rispettive abitazioni sono state sottoposte a perquisizione domiciliare e i due sono stati denunciati per reati di minaccia, lesioni personali e violenza privata. Castellino è anche stato denunciato per avere violato la sorveglianza speciale per la pubblica sicurezza. La procura di Roma però non si ferma e continuano le indagini per individuare anche gli altri partecipanti alle violenze al cimitero del Verano a Roma.
I fatti
Nel corso della commemorazione organizzata da Forza Nuova e Avanguardia Nazionale in occasione del 41 esimo anniversario delle vittime di Acca Larentia al mausoleo dei martiri fascisti al cimitero del Verano otto uomini stavano discutendo animatamente con un giornalista dell’Espresso, intervenuto per testimoniare i fatti.
Sono subito intervenuti gli agenti che, dopo aver calmato gli animi, hanno scortato fuori dal cimitero il giornalista al fine di evitare un peggioramento della situazione. Sotto richiesta degli operanti, il cronista dichiara di non aver subito lesioni o minacce. In serata però, il cronista e un collega fotografo si presentano alla Digos per denunciare l’aggressione e i danni. Il giornalista ha anche una prognosi di tre giorni per via delle contusioni.
Le reazioni
Arrivano subito le reazioni dal mondo politico e non, in primis quella del ministro dell’interno e vicepremier Matteo Salvini. Su Twitter scrive che il posto giusto per chi mena le mani è la prigione. Continua scrivendo che bisogna far chiarezza del motivo per cui una persona sottoposta a regime di sorveglianza speciale per reati controlla sicurezza pubblica fosse liberamente in giro.
Monica Cirinnà, senatrice Pd, indica come vergognosa questa aggressione, in attesa di saper che hanno intenzione di fare i ministri della giustizia Bonafede e quello degli Interni Salvini per ristabilire la legalità. È tutto il Pd che chiede però chiarimenti; infatti dal capogruppo del Pd alla Camera Emanuele Fiano arriva la richiesta diretta a Salvini, capo del Viminale, per riferire in aula quanto accaduto. Il deputato continua dicendo che questo è un segno di quanto pericolosa sia la nuova ondata fascista che sta investendo il Paese. L’accusa è diretta a un certo tipo di politica che “flirta” con questi movimenti. È già stata presentata alla Camera un’interrogazione per il ministro Salvini che risponderà nel prossimo question time.