Tutti avranno ormai sentito parlare degli incendi dei tram dell’Atac che hanno terrorizzato passeggeri e non solo… dietro a questi frequenti incendi ci sarebbe una regia interna. Le ultimissime indagini che avevano lo scopo di fare luce sulla vicenda hanno confermato che si tratta di sabotaggi interni. Pare che i sabotaggi siano all’ordine del giorno in una rimessa dell’Atac nella zona di via Prenestina. L’ultimo caso proprio sabato scorso accanto agli uffici dell’Atac, azienda municipalizzata del trasporto urbano della capitale. Con circa 12 mila dipendenti e 1,5 miliardi di debiti, l’azienda è in grande difficoltà ed è stata accusata di lesinare sulla ordinaria manutenzione dei mezzi che prendono fuoco mettendo i passeggeri e non solo in grave pericolo.
Oggi sfilano presso la procura della Repubblica di Roma i vertici dell’Atac per fare chiarezza sulla vicenda degli incendi sui mezzi confermando che l’origine degli incendi non è dovuta alla scarsa manutenzione ma piuttosto a delle manomissioni e sabotaggi interni. Gli episodi di manomissione sono ora al vaglio degli inquirenti: il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e il pubblico ministero Mario Dovinola, i quali sono concordi nell’ipotizzare in un caso dei reati colposi e in un altro il sabotaggio. Per districare la matassa e venirne a capo, meglio chiarire i fatti: il primo caso fa riferimento all’incendio di un mezzo dell’Atac che ha preso fuoco durante il suo tragitto all’altezza di via del Tritone a cui però se ne sono poi susseguito diversi altri. Altra questione è invece quella che interessa circa nove tram che fanno la spola tra Trastevere e piazza Venezia, i quali hanno avuto problemi di avaria; pare che i freni fossero stati bloccati intenzionalmente con dei pezzi di legno o plastica.
Per far chiarezza in merito ai fatti descritti, ieri sono stati sentiti in veste di testimoni tre dirigenti Atac che hanno consegnato al magistrato incaricato delle indagini documenti tra cui anche statistiche per confermare il fatto che incidenti così frequenti siano fuori norma e perciò programmati da qualcuno. Un tram che ha passato i controlli ed è stato revisionato non può poi improvvisamente rompersi e prendere fuoco durante il tragitto, segno perciò di un progetto colposo non imputabile alla scarsa manutenzione che viene eseguita regolarmente, come dimostrato dalle statistiche e dagli altri plichi di documenti portati in procura. L’ipotesi vagliata dagli inquirenti è che il malcontento che aleggia tra i dipendenti, a causa di lotte contro l’assenteismo e campagne per ottimizzare l’efficienza e la produttività, abbai prodotto come unico risultato una serie di manomissioni proprio al fine di danneggiare l’azienda municipalizzata per i trasporti nella capitale.
Per correre ai ripari, Atac ha recentemente deciso infatti di installare sistemi di video sorveglianza in alcuni depositi per evitare i sabotaggi interni per evitare ulteriori disservizi che metterebbero ancora più in difficoltà l’azienda che ha già presentato un piano nuovo per il concordato fallimentare. Tocca ora ai magistrati verificare se gli episodi sono davvero provocati da un gruppo di dipendenti sconti che vogliono attaccare l’azienda oppure se è tutto riconducibile alla mancata manutenzione.